Il welfare diventa un punto fermo per le piccole e medie imprese italiane. Grazie alle agevolazioni fiscali, infatti, le aziende stanno rispondendo, sviluppando piani per il benessere dei collaboratori e delle loro famiglie.
Gli scopi sono molteplici: migliorare il clima interno, fidelizzare i dipendenti e attrarre nuovi talenti.
Là dove il welfare nazionale e aziendale non arriva, ci pensano i privati cittadini.
È il caso di un nuovissimo progetto “Sfebbramamma”, il primo servizio che ospita i bambini ammalati, con regole precise.
Si tratta di un servizio dedicato alle mamme lavoratrici costrette a uscire al mattino presto. Se il bambino ha il mal di pancia o il raffreddore, possono portarlo nella sede di “Sfebbramamma”, un progetto creato dall’associazione culturale no profit “One xall” di Milano.
Dalle 4,30 del mattino è possibile lanciare un SOS e gli educatori professionisti si attivano per aprire le porte di questa “seconda” casa in via Bessarione a Milano.
Tutto è nato dall’idea di una mamma manager, Carmen Lorenzo, che si è ritrovata ad essere single quando le sue figlie avevano 18 mesi e tre anni: “È stata un’avventura. Non ho mai potuto accettare alcun lavoro da dipendente ma ho dovuto fare sempre consulenze esterne. Quando le bambine erano malate, non avendo i nonni vicini, erano guai”.
“Sfebbramamma” è un servizio unico in Italia: “Non mi risulta che vi sia qualcosa di simile in altre città. Non l’ho copiato da nessuno, è farina del mio sacco, della mia esperienza”, spiega la mamma manager.
Le regole sono molto semplici e precise.
Non sono accettati bambini con malattie infettive, con febbre oltre i 37,7 gradi e nemmeno con la congiuntivite. Porte aperte, invece, per chi si ritrova con il figlio con il mal di pancia o qualche sintomo di raffreddamento dovuto alla stagione o allo spiffero d’aria fredda. Si accettano bambini già a partire dai due anni.
I costi sono calmierati per andare incontro alle esigenze delle famiglie: dieci euro per mezza giornata d’accoglienza, venti per l’intero giorno oltre alla tessera associativa.